OBBLIGO DI PARTITA IVA PER TUTTE LE ASSOCIAZIONI RINVIATA AL 2026

Il 2025 dovrebbe portare una novità importante per gli enti associativi che potrebbero essere costrette a cambiare il modo di gestire molte delle loro basilari attività.

Come noto alcune operazioni svolte dalle associazioni in favore dei propri soci a fronte di un corrispettivo economico, sono escluse dal campo di applicazione dell’IVA. In parole semplici, oggi molte associazioni possono offrire servizi a pagamento senza dover richiedere la Partita IVA ed occuparsi dei relativi adempimenti fiscali. Ebbene, questa norma potrebbe valere solo fino al 31.12.2024.

Con l’entrata in vigore delle disposizioni del D.L. 146/2021, infatti, dalla data del 01.01.2025 la vendita di servizi sportivi in favore dei soci non saranno più “escluse” dall’IVA, ma diventeranno rilevanti ai fini dell’Imposta sul Valore Aggiunto, seppure “esenti” (quindi l’IVA continuerà a non applicarsi!). Cosa significa? Che molte associazioni saranno obbligate ad aprire una Partita IVA e a gestire tutti gli adempimenti connessi, compresa la dichiarazione dei redditi e la tenuta ed aggiornamento di Registri IVA.

Per fare un esempio pratico, se una ASD organizza corsi di fitness oppure una APS gestisce corsi di pittura a favore dei soli soci tesserati presso l’Ente o Federazione, fino al 31.12.2024 il corrispettivo ricevuto risulta “escluso” dal campo di applicazione dell’IVA e l’Associazione può legittimamente operare anche se in possesso del solo Codice Fiscale (senza partita IVA).

Dal 1° gennaio 2025, però, i corsi saranno considerati rilevanti ai fini IVA anche se esenti e ciò comporterà, per le Associazioni di cui al nostro esempio, l’obbligo di apertura della Partita IVA e la gestione degli adempimenti connessi di natura fiscale.

Tuttavia, il DL “Milleproroghe” di prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale ha previsto il rinvio di tale novità al 01.01.2026 consentendo agli enti interessati di valutare e gestire meglio gli effetti legati al mutamento di regime.