14 marzo 2019 – Info Pillole
QUANDO TASSARE I COMPENSI SPORTIVI
I compensi erogati agli istruttori sportivi da parte di ASD/SSD non sono sempre esentasse!! La giurisprudenza sul tema ci suggerisce di verificare sempre le modalità più consone di inquadramento del personale di palestre, centri fitness ecc. . Semplificando il concetto, in presenza di alcune caratteristiche (es. determinazione degli orari e modalità di lavoro, l’erogazione della retribuzione predeterminata, ecc.) il sodalizio sportivo è concretamente esposto al rischio di vedersi convertire la collaborazione in rapporto di lavoro subordinato (con tutte le nefaste conseguenze legate a contributi mai versati ecc.).
SCIOGLIMENTO ASD E DEVOLUZIONE PATRIMONIO
Quando una ASD si scioglie anticipatamente è obbligata a devolvere il suo patrimonio ad altri Enti con medesima finalità. Non solo questa donazione dovrebbe essere assoggettata a imposta di donazione ma se il bene donato è afferente l’attività commerciale della ASD, l’operazione andrebbe assoggettato a Iva ed Ires. Lo sostiene l’Agenzia delle Entrate (circolare n. 18/E/2018). Questa interpretazione può avere ricadute pesanti sulle scelte di tutti gli enti in difficoltà che volessero sciogliersi inducendo i Dirigenti a comportamenti elusivi della norma (vendita fittizia, ecc.).
LA CORRETTA DENOMINAZIONE DI UNA ASD
La denominazione di una ASD deve contenere per esteso le parole “Associazione Sportiva Dilettantistica“. Non basta quindi scrivere “ASD”. Lo dice l’Agenzia delle Entrate con la circolare n°21/E del 22 aprile 2003 (pagina 7) ma sopratutto lo stabilisce la legge 289 art. 90 comma 17: “Le società e associazioni sportive dilettantistiche devono indicare nella denominazione sociale la finalità sportiva e la ragione o la denominazione sociale dilettantistica”. Queste indicazioni vanno obbligatoriamente “essere utilizzata in tutti i segni distintivi o comunicazioni rivolte al pubblico” (es. timbri, maglie, tute, borse, ricevute, fatture, lettere, siti web, social, ecc.). L’utilizzo dell’ acronimo ASD ovvero SSD non dovrebbero essere, in realtà, considerati di per sé preclusivi del riconoscimento della status di ente sportivo dilettantistico e delle relative agevolazioni qualora l’ente sia in grado di dimostrare una condotta democratica, il rispetto degli adempimenti contabili, fiscali ed amministrativi, nonché una concreta e genuina attività sportiva svolta. Di parere contrario parte della giurisprudenza (es. Commissione Tributaria Regionale di Torino con sentenza 19.10.2015 n. 1072/34/15).
RIFORMA DELLO SPORT
Il 30 gennaio 2019 è stato presentato al Senato un nuovo disegno di legge in materia di sport con il quale si intende riorganizzare la fiscalità a sostegno dello sport dilettantistico e soprattutto la disciplina del lavoro applicata allo sport. La proposta intende concepire lo sport, e più in generale di attività motoria, come bisogno sociale, svincolato dal legame esclusivo con l’agonismo. Benessere, prevenzione, educazione, inclusione e coesione sociale e semi-professionismo sportivo saranno i cardini della discussione che tutti ci auguriamo trovino un concreto sbocco legislativo, in tempi congrui.